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La pittura di 2000 anni fa in un laboratorio aretino: ecco "l'Arte dell'Icona"

L'arte sacra conosciuta fin dagli egizi e sviluppata in particolar modo in Russia e in Grecia ha il suo laboratorio speciale anche ad Arezzo, grazie alla passione e alla maestria di alcune donne specializzate da anni in questo tipo di pittura

Da sinistra - Michela e Luigia, due allieve delle maestre Regina e Marilena

Un'atmosfera lenta, rilassata, ma anche di concentrazione è quella che si respira nel laboratorio di pittura di via Mino da Poppi. A due passi dal caos del traffico cittadino rivive ormai da qualche anno l'arte iconografica. Le insegnanti Regina e Marilena hanno ricreato un vero studio di produzione delle icone sacre utilizzando la più antica tecnica di lavorazione che risale a circa 2000 anni fa. Colori naturali in polvere provenienti da un laboratorio fiorentino, ma anche dalla Germania e dalla Francia, sono utilizzati per dipingere le icone realizzate dalle allieve come le energiche Luigia e Michela.

Numerosi libri sul tema hanno permesso loro di apprendere le tecniche antiche, la pittura con la tempera a uovo e tutti i passaggi che permettono di riprodurre fedelmente i simboli iconoclastici. La lavorazione è lenta, per ogni pezzo possono volerci anche dei mesi.

Così dalla tavolozza in legno con misure precise, si passa alla stesura del lino, poi all'alabastro, che è la prima base per la pittura. A questo punto viene apposto il lucido con la sagoma da riprodurre e si tracciano i contorni, tutto quello che resta fuori viene passato con quattro mani di bolo che permette così di fissare la base per la stesura del tipico oro delle icone. I colori vengono stesi dai più scuri ai più chiari con la chiara simbologia di passare così dalle tenebre alla luce.

L'arte sacra conosciuta fin dagli egizi e sviluppata in particolar modo in Russia e in Grecia ha quindi il suo laboratorio speciale anche ad Arezzo.


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