L'Hospice di Arezzo cerca casa (definitiva). Il Calcit dice no all'affitto: "Si recuperi immobile Asl al Pionta"
Due trasferimenti in un anno, arredi acquistati dal Calcit in gran parte in magazzino. La struttura dell'Hospice ha bisogno di trovare un luogo di cura stabile e adeguato
Quando si dice Calcit si parla di solidarietà che costruisce e si prende cura. Quando c'è una targa del Calcit affissa da qualche parte, si capisce che quegli strumenti o quegli immobili sui quali la targa è applicata sono stati acquistati con i soldi donati dagli aretini. Per questo tutto quello che è frutto dell'operosità del Comitato per la lotta contro i tumori di Arezzo deve essere trattato con il massimo rispetto.
Questa la premessa doverosa per parlare dell'Hospice della città di Arezzo. Il primo e unico, che adesso cerca una struttura definitiva dopo il girovagare innescato dall'emergenza sanitaria. L'Asl ha emesso un bando per cercare un immobile da affittare, il Calcit però indica come migliore soluzione quella del recupero di una struttura della Asl nel Parco del Pionta. "Andare alla ricerca di altre soluzioni significa girare intorno al problema, perdere ulteriore tempo prezioso e lasciare un degrado inaccettabile a ridosso della struttura sanitaria pubblica" dichiara oggi il presidente Giancarlo Sassoli.
Da Centro Oncologico a Hospice per le cure palliative: la Palazzina del Calcit
Così nel 2015, mentre l'oncologia si trasferì dentro il San Donato, l'Asl dispose la ristrutturazione e l'adeguamento della palazzina per un importo di circa 460mila euro e il Calcit contribuì ancora comprando tutti gli arredi necessari: letti, angoli cottura, computer, poltroncine, tavoli per un importo di 70mila euro. Si arrivò così a fine 2017. L'Hospice era pronto. Fu inaugurato con grande orgoglio il 15 dicembre di quell'anno.
Due anni e mezzo e poi il Covid
Dal primo paziente entrato in struttura e fino a fine marzo 2020 l'hospice ha potuto ospitare e dare sollievo a tanti malati, li ha accompagnati con cura, dando una supporto e un sostegno impagabile alle famiglie. Si contano decine di lettere di ringraziamento arrivate alla redazione. Gli operatori che ci lavora in equipe sono definiti angeli e le testimonianze toccanti si susseguono.
Anche il Calcit era presente con il suo presidente Giancarlo Sassoli: "la necessità oggi inevitabile di far uscire i pazienti fragili e in particolare quelli oncologici dai locali attualmente all'interno del San Donato ha innescato una catena che ha costretto l'hospice ìe lo Scudo ad abbandonare la palazzina del Calcit, dove troverà posto l'oncologia medica e l'ematologia. Da qui lo spostamento nei locali della Koinè a Pescaiola. Da parte del Calcit che da sempre è a sostegno dei malati oncologici e ad alta complessità, un ringraziamento a Koinè che anche in questa situazione, ha anteposto gli interessi dei malati e della città a quelli, pur legittimi, della cooperativa".
Con la seconda ondata però è arrivato anche il secondo trasferimento. A metà novembre il piano terra messo a disposizione a titolo gratuito da Koiné nella Rsa di Pescaiola è stato deciso di destinarlo alla cura di pazienti Covid ospiti delle Rsa del territorio e così l'Asl ha trovato un accordo con la clinica privata San Giuseppe Hospital per tutto il 2021 sia per i letti del reparto Mo.di.ca. (il modulo di continuità assistenziale per le cure intermedie) che appunto per quelli delle cure palliative. Intanto alcune parti degli arredi dell'Hospice sono stati riutilizzati dall'oncologia medica come i tavoli e qualche poltroncina, il resto, letti compresi, sono conservati nel magazzino della Asl.
"L'assistenza non è mai venuta meno ed è seguita sempre dagli stessi operatori della Asl - commenta Sassoli del Calcit - ma va recuperata la modalità, ricreati gli spazi e la filosofia di quel luogo."
La ricerca di un immobile da affittare
Sono scaduti ieri i tempi per la manifestazione di interesse che i privati potevano presentare per mettere a disposizione un immobile, con determinate caratteristiche, per prenderlo in affitto e spostarci l'Hospice. L'Asl ha emesso l'avviso dopo una ricognizione di immobili pubblici fatta anche attraverso il Comune di Arezzo.
Una prima ipotesi di una struttura in via Tarlati sembra essersi fermata. Lo stesso ex direttore dell'Hospice Maurizi ha spiegato che nel sopralluogo fatto quando ancora era in servizio era risultata essere non idonea.
La posizione del Calcit
"Riteniamo utile far conoscere pubblicamente il pensiero del Calcit e di tanti cittadini circa questa struttura anitaria per assistenza e cure personalizzate" dichiara Sassoli che ricorda come "Il primo Hospice, realizzato nella palazzina Calcit, al quale i cittadini hanno fattivamente ed economicamente collaborato, ha avuto il riconoscimento di tutti per la qualità dell'assistenza e la cura dei locali" vantando oltre "600 metri quadrati a disposizione per 6 spazi (quasi miniappartementi) dedicati ai pazienti e altri riservati a familiari e ai servizi."
Prese di posizione di ogni colore politico
Sulla struttura definitiva per l'Hospice di Arezzo sono intervenute praticamente tutte le forze politiche e alcune associazioni del territorio. Dalle Acli alla Lega, dai consiglieri comunali di Pd e Lista Ralli Mattesini e Agnolucci, dalla vicesindaca Lucia Tanti ai consiglieri regionali Dem Vincenzo Ceccarelli e della Lega Marco Casucci. Tutti hanno sostanzialmente chiesto una soluzione stabile e definitiva, con il Movimento Cinque Stelle di Arezzo che nello specifico ha appoggiato proprio la soluzione interna al Pionta.