Attualità

Telemedicina a sostegno dei pazienti pneumologici gravi grazie al Calcit

Una borsa di studio finanziata dal Calcit per un valore di 54.000 euro per realizzare un progetto di telemedicina che coinvolge i pazienti con patologie respiratorie croniche gravi, dimessi dal reparto di Pneumologia e UTIP in ventilazione...

raffaele_scala

Una borsa di studio finanziata dal Calcit per un valore di 54.000 euro per realizzare un progetto di telemedicina che coinvolge i pazienti con patologie respiratorie croniche gravi, dimessi dal reparto di Pneumologia e UTIP in ventilazione meccanica invasiva e non invasiva.

Il progetto ha già preso il via e rappresenta una novità importante per il territorio aretino: si tratta della possibilità di essere “tele-assistiti” dall’ospedale in seguito alle dimissioni, in modo tale da garantire una continuità e un “ponte” sicuro tra l’equipe pneumologia ospedaliera e casa.

In pratica il paziente ha una linea telefonica dedicata che gli permette, in qualsiasi momento della giornata, di avere un consulto immediato e nel caso, di attivare le figure competenti. Il progetto prevede la presenza di un infermiere della Pneumologia e UTIP, chiamato Case Manager, che si prende in carico i pazienti “pneumologici” cronicamente critici dalla preparazione alla dimissione fino alla tele-assistenza dall’ospedale a domicilio. Inoltre, il paziente dimesso ha a disposizione un modem di connessione per la trasmissione di dati sulla ventilazione e sulla saturazione e un pulsossimetro.

“Il nostro Case Manager, Sabrina Torchi, insieme all’equipe della Pneumologia e dell’Utip - spiega il direttore Raffaele Scala – gestisce e coordina tutte le operazioni necessarie a garantire una dimissione sicura. . In pratica, superata la fase di acuzie, il Case Manager supporta il personale della Pneumologia e UTIP all’adattamento del paziente al ventilatore, si occupa di attivare l’Agenzia di continuità territoriale e di garantire la presenza degli ausili e dei presidi richiesti già in fase di pre – dimissione, contatta il medico di famiglia e addestra la persona che, al domicilio, si prenderà cura del paziente. Si tratta di un progetto importante, che può comportare sia benefici per i pazienti, che possono stare a casa in sicurezza, sia benefici economici, perché si possono evitare inutili accessi al pronto soccorso per esempio”.

In effetti i primi risultati del progetto sono incoraggianti: l’attivazione del Case Manager ha già evitato il ritorno in ospedale di numerosi casi dimessi dalla Pneumologia e UTIP di Arezzo.

Il progetto, validato e appoggiato dalla Fondazione Cesalpino, durerà tre anni ed è associato ad un progetto di ricerca scientifica che vuole dimostrare come questo modello di assistenza dall’ospedale al territorio comporti dei vantaggi sia per il cittadino che per l’azienda sanitaria.