Cucina

Castagnole, tutto il sapore del Carnevale aretino

Buone da mangiare e facili da fare. In alcune fasi della preparazione possono essere coinvolti anche i bambini

E' una ricetta semplice, di quelle che le nonne tramandano a memoria. Di generazione in generazione, ogni carnevale, se non son fiocchi son castagnole. Diffuse soprattutto nelle regioni del Centro Italia, anche nell'Aretino quelle "palline" di pasta, fritte e zuccherate, sono la prelibatezza legata a questo periodo. A seconda delle regioni, cambia anche l'impasto: ci sono molte varianti.

Ma quando è nata la ricetta del Carnevale? Le sue origini sono antichissime. Nell'archivio di stato di Viterbo è stato addirittura ritrovato un volume manoscritto del Settecento dove erano state scritte ben quattro diverse ricette, una delle quali prevedeva la cottura al forno. 

Oggi le varianti, come detto sono molteplici: gli ingredienti principali sono sempre gli stessi, ovvero uova, farina, burro e zucchero, e anche il metodo di cottura è quasi sempre la frittura. Ma poi ci sono quelle ripiene di crema pasticcera o di panna, quelle con l'achermes, quelle al cioccolato. 

Vi proponiamo quella tipica delle cucine dell'Aretino. Per tornare un po' bambini e riassaporare il gusto del Carnevale.

Un calice in abbinamento

Le castagnole sono un piatto dolce. E la regola base di abbinamento cibo/vino per i dessert impone un vino dolce. Pasticceria secca, cioccolata, dolci al cucchiaio, mignon: si può spaziare, a seconda della preparazione, dallo spumante doux o demi-sec al vino passito. In questo caso, abbiamo le castagnole: dolcetti di Carnevale dotati di due caratteristiche fondamentali: la grassezza e la dolcezza. Se eseguite a regola d'arte non dovremmo considerare l'untuosità, perché un buon fritto non è untuoso. Nel piatto non ritroviamo succulenza, data la pastosità delle castagnole. Quindi non c'è necessità di grandi livelli alcolici (che potrebbero "ammazzare" il piatto nell'abbinamento), né di tannino (quindi è perfetto un vino bianco). L'estrema morbidezza delle castagnole impone un vino fresco (cioè acido) e sapido, meglio se effervescente, in grado - grazie alla presenza di anidride carbonica - di rafforzare le durezze ed eseguire al meglio la funzione di "pulizia" di una bocca pastosa e dolce. Un buon abbinamento potrebbe essere con uno spumante metodo Martinotti del Veneto: il Fior d'Arancio Colli Euganei Dolce Docg.

Mat.Cial.


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