Cucina

Ciaccia fritta: una merenda che spalanca le porte del paradiso

Una ricetta a prova di bambino e non solo per la sua facilità di esecuzione. Questo croccante e dorato disco è così squisito che trova un posto speciale nel cuore di ogni buongustaio

Cosa c'è di più semplice della ciaccia fritta? Niente. Non esiste un altro piatto che possa vantare pregi quali bontà, velocità e facilità di esecuzione come questa croccante meraviglia. La ricetta che proponiamo è tipica della tradizione toscana (oltre che aretina ovviamente) ma vanta una lunga serie di "sorelle" o "cugine di terzo grado" in ogni regione dello stivale. In Emilia Romanga troviamo lo gnocco fritto e le crescentine, in Campania c'è la pizza fritta, a La Spezia ecco serviti gli sgabei. Ogni territorio, ogni città, vanta una ricetta che, con sapienza e amore, mescola acqua, lievito e farina dando vita a delle eccellenze che mandano fuori di testa grandi e piccini.

Ad Arezzo la ciaccia fritta è in assoluto una delle merende più goduriose, unte e confortanti del mondo. Le sue origini sono perse nella notte dei tempi anche se, come è facile intuire, le radici sono da rintracciare in una cultura culinaria povera e super basic dove poche materie prime unite insieme riescono a garantire gusto e apporto calorico sufficiente a "sfangare" (superare in verancolo ndr) il duro lavoro nei campi. Numerose sono anche le sagre paesane la festeggiano. Questo piatto - inserito a pieno nei percorsi street food - viene preparato sul momento e servito a come spuntino per spezzare la fame oppure come antipasto/aperitivo.

L'abbinamento perfetto, a nostro avviso, è con il prosciutto crudo semistagionato oppure con lo stracchino. Un morso di paradiso.

(ClaFa)

Un calice in abbinamento

Cosa bere insieme alla ciaccia fritta? Bollicine ovviamente. Occorre un vino spensierato e gioioso, in Toscana ce ne sono di tantissimi tipi che ricadono sotto l'Igt Toscana Bianco Frizzante. Ad esempio a base trebbiano, con una struttura adeguata anche in caso di accompagnamento con salumi o formaggi freschi.

Una variante divertente a quelli tradizionali potrebbe essere quella di un Pet-Nat, ovvero un vino frizzante rifermentato naturalmente in bottiglia. Una pratica molto diffusa in Francia (Pet Nat è l'abbreviazione di Petillant Naturel, ovvero "frizzante naturale"). Si tratta vini che sostano in bottiglia "sur lie" ovvero sulle fecce fini, che possono aumentare la complessità olfattiva del prodotto finale. Sono vini imbottigliati a fermentazione in corso, gli zuccheri residui ancora non svolti (cioè, non trasformati in alcol) permettono ai lieviti di attivare un'altra fermentazione in bottiglia (rifermentazione).

Mat.Cial.