Politica

Palazzini replica a Carrara: "La proprietà non decide per la città"

Nei prossimi giorni Palazzini ha detto che depositerà un atto per chiedere la messa in sicurezza dell'area di recinzione prima di tutto da parte del privato

“La città di Arezzo non ha mai tollerato alcun padrone del vapore, tanto più se viene da fuori e vuole imporre il proprio volere a una intera comunità usando toni arroganti e perfino minacciosi”, inizia così la risposta di Francesco Palazzini coordinatore cittadino e capogruppo di Fratelli d’Italia Arezzo. È la reazione al comunicato stampa della società di Pistoia proprietaria dell'ex area Lebole, che indicava una responsabilità nell'amministrazione circa lo stallo che si è venuto a creare nel progetto di riqualificazione dell'area che versa in uno stato di degrado avanzato.

“Apprendo con rammarico come la proprietà dell’area ex Lebole non abbia colto assolutamente lo scopo principale del mio appello, quello cioè di ripristinare le minime condizioni di sicurezza di una zona così importante e strategica per la città. I fatti che sono seguiti alla nostra nota stampa, confermano l’urgenza di agire subito per eliminare ogni fenomeno di microcriminalità che i cittadini di Arezzo sono costretti a subire ogni giorno. Non solo i principi costituzionali, ma anche i valori di riferimento del nostro partito, ci impongono il massimo rispetto per il diritto alla proprietà privata, ma nessuno può pensare di “sfregiare” una città non adempiendo ai propri doveri.

Depositeremo nei prossimi giorni un atto consiliare teso a verificare le condizioni per l’emissione di un'ordinanza sindacale che abbia due obiettivi: obbligare la proprietà a ripristinare la recinzione esterna affinché l’area risulti inaccessibile a terzi e, in subordine, se dovesse persistere un'inerzia della proprietà, a provvedere direttamente alla messa in sicurezza da parte del Comune, addebitando i costi delle operazioni al soggetto privato.

Per quanto riguarda il futuro dell’area ex Lebole – specifica Palazzini – il mio pensiero è frutto di una semplice constatazione oggettiva dei fatti; la zona è perfettamente fruibile fin dal 2017, se in sette anni nessun progetto è andato a buon fine e non ha registrato l’interesse di nessun investitore, dobbiamo porci delle domande e cercare tutti insieme una soluzione alternativa. La configurazione attuale dell’area non è quella originale, sono state fatte delle modifiche, anche attraverso passaggi consiliari, allo scopo di agevolare l’interesse del mercato che però non è avvenuto, la nostra proposta è quella di pensare a eventuali ulteriori modifiche riattivando un tavolo di lavoro che coinvolga la parte pubblica e quella privata.

Mal si comprendono le presunte operazioni ostative della giunta Ghinelli che, oltre a rendere perfettamente agibile per eventuali progetti l’area dal 2017, ci risulta da una prima verifica che abbia concesso di pagare una IMU agevolata per zona degradata, agevolazione che però non può trasformarsi in un diritto acquisito sine die, ma che è teso a favorire in ogni modo il realizzarsi di progetti alternativi.

Questa amministrazione, insieme a tutti i cittadini, subisce ogni giorno i danni arrecati dallo stato di abbandono e degrado di un pezzo di città, sia a livello di sicurezza che come danno d’immagine per i flussi turistici verso il centro urbano, se il privato non è in grado né di assicurare le condizioni minime di sicurezza, né un progetto di sviluppo concreto e urgente, questa maggioranza è obbligata a intervenire perseguendo tutte le strade che le normative ci mettono a disposizione”.


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