La provincia di Arezzo non ha mollato Matteo Renzi nemmeno nel giorno più buio. Il voto del 4 dicembre (diventato squisitamente politico nel corso della campagna elettorale) ha segnato la fine del suo Governo, con il No che ha bocciato la riforma costituzionale con quasi il 60% delle preferenze. Ma l'Aretino ha accordato alla proposta di riforma voluta dal presidente del Consiglio oltre il 54% (54,07) dei voti. Tanto, considerando lo spauracchio della vicenda Banca Etruria in agguato. Arezzo è risultata la quarta provincia d'Italia con il maggior numero di consensi alla riforma, dopo Firenze, casa del primo ministro, Siena, Prato e l'inarrivabile Bolzano (63%). Il No ha spopolato quasi ovunque, sfondando addirittura, a livello regionale, il 70% (in Sicilia e in Sardegna).

In provincia di Arezzo hanno votato 3 elettori su 4 (affluenza al 75%) e quasi tutti i comuni si sono espressi per il Sì. Il capoluogo, amministrato dal centrodestra compattamente per il No, è rimasto però ampiamente sotto la media provinciale: il Sì si è fermato al 50,79%. Negli altri centri maggiori il Sì ha predominato: a San Giovanni ha ottenuto il 56%, a Cortona il 52,8%, a Monte San Savino il 52,9%, a Sansepolcro (che pure è sfuggito al Pd alle ultime amministrative) oltre il 57%, a Bibbiena (altra amministrazione non Pd) addirittura il 62%. Il Sì l'ha spuntata anche in altre zone perse dal centro sinistra: Anghiari (54%) e Montevarchi (56,5%).

Gli unici territori comunali in cui ha vinto il No in provincia di Arezzo sono stati la piccola Badia Tedalda, Castiglion Fiorentino, amministrato dal centro destra di Mario Agnelli, e il comune natìo del ministro Maria Elena Boschi, Laterina.

I risultati comune per comune