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Tutti i sindaci di Arezzo dal 1946 ad oggi

La nomina di Curina, il primo sindaco di origini aretine, quello eletto per la prima volta non dal consiglio. Gli anni del boom, del PSI come primo partito, fino ad arrivare ai giorni nostri. L'elenco completo dei sindaci di Arezzo dal 1946 ad oggi

Sono dodici i cittadini che si sono alternati alla carica di sindaco fino ad oggi. Un elenco che parte dal 1946, dalla nascita della Repubblica Italiana. Durante il Regno d'Italia la carica veniva assegnata tramite Regio decreto. Accadde dal 1865 all'agosto 1892, mentre fino al 1926 il sindaco venne eletto dal consiglio comunale. Dal 1927 al 1944 si alternarono tre podestà e quattro commissari prefettizi. Poi, con l'istituzione della Repubblica Italiana, si tornò alle elezioni con la nomina del primo cittadino affidata al consiglio comunale fino al 1995, da qui in poi con l'elezione tramite il voto degli aretini. Ecco l'elenco completo dei sindaci di Arezzo che comprende anche una nomina particolare come quella di Antonio Curina che non è stato il primo sindaco eletto, ma ha ricoperto la carica di primo cittadino dopo la Liberazione. Classe 1898, di origini umbre, per la precisione di Pietralunga, di professione direttore didattico, partecipò alla Prima guerra mondiale. Vicino agli ambienti democratici e liberali si oppose al regime fascista promuovendo l'organizzazione del Partito d'azione anche ad Arezzo. Nel 1943 fu tra i fondatori del Comitato Provinciale di Concentrazione Antifascista poi divenuto Comitato Provinciale di Liberazione Nazionale del quale assunse la presidenza dopo Sante Tani nell'aprile del 1944. Fu tra coloro che presero parte alla lotta per la Liberazione e fu nominato sindaco di Arezzo il 15 luglio 1944, esattamente il giorno prima dell'ingresso in città delle forze alleate. Guidò una giunta formata dai partiti del CLN facendo fronte alle emergenze più immediate del dopoguerra e dette inizio alla ricostruzione della città e delle frazioni. Presidente del comitato provinciale dell'Anpi, autore di un volume sulla resistenza aretina, Curina lasciò la carica di sindaco nel 1946 restando in consiglio comunale fino al 1951. Si spense a Fiesole il 20 novembre del 1974.

Enrico Grazi, il primo sindaco


Durata mandato: 21 marzo 1946 - 21 febbraio 1948
Nato a Sinalunga nel maggio del 1897 venne eletto nel consiglio comunale nelle consultazioni del 1946 tra le fila del Partito Socialista Italiano, assumendo la carica di sindaco, il primo del dopoguerra. Di professione ingegnere, portò avanti l'opera di ricostruzione varata da Antonio Curina. Suo il progetto di ampliamento che interessò l'allora ospedale civile. Restò in carica fino al 1948 quando venne eletto alla Camera dei Deputati, e cinque anni più tardi al Senato. Morì il 30 settembre 1953 ad Arezzo.
[fonte foto Comune di Arezzo]

Santi Galimberti, il primo sindaco aretino 


Durata mandato: 21 febbraio 1948 - 30 giugno 1951
Classe 1892, impiegato di professione, è stato il primo sindaco nato ad Arezzo. Anche lui esponente del Partito Socialista Italiano entrò in consiglio comunale nel 1946 con l'elezione di Grazi, ricoprendo la carica di assessore 'al personale e agli affari generali'. Dopo le dimissioni di Grazi ne prese il posto venendo eletto sindaco. Rieletto nel 1951 è stato anche amministratore del Thevenin ed ha contribuito a riorganizzare la Croce Bianca. Dal 1958 al 1963 è stato presidente del consorzio degli Ospedali riuniti di Santa Maria sopra i ponti. Morì ad Arezzo il 23 maggio 1967.
[fonte foto Comune di Arezzo]

Ivo Barbini, gli anni del boom e dello 'scandalo Ingic'


Durata mandato: 30 giugno 1951 - 21 gennaio 1955
Nato ad Arezzo nel 1923, Ivo Barbini, dottore commercialista il cui studio era tra i più importanti della città, aveva 28 anni quando venne eletto sindaco. Vicepresidente dell'Associazione nazionale combattenti e reduci, e membro della Fondazione Vasco Romanelli, Barbini venne supportato dall'allenza tra il suo partito (il Partito Socialista) e quello comunista. Erano gli anni del boom economico, delle industrie che predono campo come la Lebole, con la città che espande i suoi confini. Nel 1955 rimase invischiato nello scandalo Ingic, una sorta di tangentopoli che coinvolse tutti i partiti dell'arco parlamentare. Insieme al sindaco, costretto a dimettersi in base alla legge, furono indagati funzionari pubblici, i segretari di DC, PCI e PSI, oltre al presidente della Provincia. Barbini al processo verrà assolto con formula piena dopo tre mesi di carcere trascorsi in attesa di giudizio. Dopo le sue dimissioni la carica di prosindaco venne ricoperta da Ruggero Marzocchi, a cui seguì il periodo di commissariamento di Renato Schiavo fino al 22 giugno 1957. Ivo Barbini si spense ad Arezzo nel 2001.
[fonte foto Comune di Arezzo]

Cornelio Vinay, l'arrivo dell'Autostrada e la trasformazione della città 

Durata mandato: 22 giugno 1957 - 1° agosto 1963
Insegnante, e poi preside, di origini triestine dove nacque nel 1913, Cornelio Vinay entrò per la prima volta in consiglio comunale nel 1956 come esponente del Partito Socialista Italiano. A causa della crisi politica il Comune restò commissariato fino al 1957 quando una maggioranza socialcomunista elesse Vinay a sindaco. Amministrò Arezzo in anni di grande cambiamento che segnarono l'arrivo dell'Autostrada del Sole, la costruzione del sottopassaggio di via Vittorio Veneto, del quartiere Giotto, di piazza Risorgimento e del nuovo stadio. Vennero mossi i primi passi per la realizzazione dell'azienda municipalizzata dei trasporti e di quella farmaceutica. Fu costruito l'impianto di incenerimento dei rifiuti mentre le industrie tessili e orafi fecero conoscere Arezzo nel mondo. Rieletto nel 1961 rimase in carica altri due anni, diventando nel 1975 consigliere provinciale. Si è spento nel dicembre del 2009.
[fonte foto Comune di Arezzo]

Aldo Ducci, per oltre 20 anni primo cittadino


Durata mandato: 1° agosto 1963 - 23 marzo 1966 | 12 luglio 1970 - 28 giugno 1990
Classe 1923, insegnante e poi direttore ditattico, Aldo Ducci è stato il sindaco più longevo nella storia di Arezzo. Seppur con più intervalli di tempo e mandati restò in carica per 23 anni e sempre come esponente del Partito Socialista Italiano. Venne eletto per nove volte in consiglio comunale, sedendo ininterrottamente a Palazzo Cavallo dal 1956 al 1995, ricoprendo anche la carica di assessore alla pubblica istruzione. Nel 1966 lasciò Palazzo Cavallo per candidarsi alla Camera dei Deputati, tornando ad essere sindaco nel 1970.
Il mandato più lungo della storia comunale durante il quale vide cambiare radicalmente la città, da agricola a industriale con la costruzione di nuovi quartieri e nuove strade oltre a scuole e altre strutture, anche in periferia. Ducci fu anche presidente de 'La Ferroviaria Italiana' e dal 1992 al 1994 presidente del Centro affari e convegni di Arezzo. Morì ad Arezzo nel novembre del 1995.
[fonte foto Comune di Arezzo]

Renato Gnocchi, il professore e la Fiera Antiquaria


Durata mandato: 23 marzo 1966 - 12 luglio 1970
Aveva 45 anni il professor Gnocchi quando venne eletto sindaco di Arezzo al posto di Aldo Ducci che si era candidato alla Camera. Insegnante di storia e filosofia, Gnocchi era stato un antifascista negli anni della guerra. Entrato nel Partito Socialista Italiano fu consigliere e assessore della Provincia prima di essere eletto sindaco con una giunta formata da PSI, PCI e PSIUP. Durante il suo mandato venne istituita la Fiera dell'antiquariato. Morì a Firenze nel febbraio 1982.
[fonte foto Comune di Arezzo]

Valdo Vannucci, l'ultimo sindaco PSI, l'ultimo eletto solo dal consiglio


Durata mandato: 28 giugno 1990 - 8 maggio 1995
Originario di Bibbiena, classe 1947 e di professione insegnante. Prima di diventare sindando di Arezzo è stato consigliere comunale a Bibbiena, quindi presidente della Comunità montana del Casentino e consigliere provinciale. Esponente del Partito Socialista di cui fu segretario tra il 1986 e il 1990, guidò una giunta formata da PSI, PCI, Verdi e repubblicani. Vannucci è stato l'ultimo sindaco esponente del Partito Socialista ad Arezzo, ma anche l'ultimo sindaco eletto solo dal consiglio comunale.
[fonte foto Comune di Arezzo]

Paolo Ricci, il primo sindaco eletto dagli aretini


Durata mandato: 8 maggio 1995 - 25 giugno 1999
Di professione commercialista, Paolo Ricci ha 55 anni quando viene chiamato a guidare la coalizione di centrosinistra. Esponente del Partito Popolare Italiano, creato nel 1994 come erede della DC, interrompe la tradizione socialista di Arezzo andando a vincere la prima elezione nella quale sono i cittadini a nominare il sindaco con il loro voto. Con oltre il 60% delle preferenze, Paolo Ricci sale da vincitore a Palazzo Cavallo sostenuto dal Partito Democratico della Sinistra, Verdi, Popolari e liste civiche. Terminato il primo mandato non si ricandida ed assumerà successivamente la presidenza di Nuove Acque, il gestore del servizio idrico.

Luigi Lucherini, il centrodestra al governo e il caso 'Variantopoli'


Durata mandato: 28 giugno 1999 - 28 giugno 2004 | 28 giugno 2004 - 21 febbraio 2006
E' una vittoria al fotofinish quella che consegna Arezzo al centrodestra. A guidare la coalizione c'è l'ingegnere Luigi Lucherini, classe 1930. Un professionista, conosciuto e apprezzato non solo in Italia. Lucherini è un liberale che appoggiato dall'allora Polo delle Libertà (Forza Italia, Alleanza Nazionale e Centro Cristiano Democratico) porta al ballottaggio Paolo Nepi, esponente della colazione di centrosinistra, priva di Rifondazione Comunista che corse singolarmente. Il 27 giugno del 1999 il centrodestra conquista Palazzo Cavallo con il 51,43% dei voti (43,96% al primo turno). Arezzo è al centro di una serie di lavori e progetti che ridisegnano l'area a nord della città con la creazione dell'accesso sotto le mura, ma ecco anche la creazione di una nuova viabilità con interventi nelle principali arterie, nuove aree di urbanizzazione, il restyling dello stadio e lo sviluppo di quella che oggi è l'area sportiva a sud di Arezzo. Lucherini verrà rieletto nel 2004, anche questa volta al ballottaggio contro Monica Bettoni, che poteva contare sull'apporto di tutte le liste del centrosinistra. Il 'Lucherini bis' - sostenuto da Forza Italia, Alleanza Nazionale, Lega Nord, UDC, Alleanza Nazionale e liste civiche - durerà meno di due anni. Le indagini della magistratura con l'accusa di abuso di ufficio portano alla mozione di sfiducia e alla caduta del consiglio comunale. Il Comune viene commissariato: prima la guida è affidata al commissario prefettizio Carlo Striccioli che nell'aprile del 2006 lascia il testimone a Melchiorre Fallica.

Giuseppe Fanfani, Arezzo al centrosinistra con il Nipotissimo


Durata mandato: 30 maggio 2006 - 19 maggio 2011 | 19 maggio 2011 - 16 settembre 2014
E' una vittoria schiacciante, che non ammette repliche quella del centrosinistra guidato da Giuseppe Fanfani, nipote di Amintore. Originario di Sansepolcro, classe 1947, avvocato e insegnante, Giuseppe Fanfani nel 2006 si candida a sindaco con la colazione di centrosinistra vantando alle spalle l'esperienza con la Democrazia Cristiana come consigliere a Sansepolcro e in Provincia, oltre a quella di presidente della USL Valtiberina. Due volte segretario della DC e deputato dal 2001 al 2006, supportato da La Margherita, Democratici di Sinistra, Partito della Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Italia dei Valori, Verdi, Rosa nel pugno e liste civiche, conquista Arezzo al primo turno con il 59,21% dei voti. Nel 2011 il panorama politico aretino si amplia. Alle elezioni si presenta per la prima volta il Movimento 5 Stelle, mentre il centrodestra si divide con una coalizione e almeno tre liste singole. Fanfani bissa il successo dei cinque anni precedenti seppur con un calo nei voti percentuali andando a prendere un 51,21%. Nel settembre del 2014 riceve la nomina al Consiglio superiore della magistratura e così si dimette a pochi mesi dalla fine del mandato. Stefano Gasperini diviene il vicesindaco facente funzioni.

Alessandro Ghinelli, al centrodestra la città più 'renziana' d'Italia


Durata mandato: 16 giugno 2015 - attualmente in carica, confermato al ballottaggio del 5 ottobre 2020
Nato a Pistoia nel 1952, laureato in Ingegneria civile all'Università di Firenze, Alessandro Ghinelli è il candidato che dopo otto anni riporta il centrodestra alla maggioranza. Già assessore nella Giunta Lucherini, con delega alle opere pubbliche, infrastrutture, urbanizzazione, traffico e polizia municipale fino al 2006, nel 2015 si presenta alla guida della coalizione che comprende Forza Italia, Lega Nord, Alleanza per Arezzo - Fratelli d'Italia e Ora Ghinelli. E' un indipendente di centrodestra quello che al primo turno ottiene il 35,98% dei voti contro il 44.21% di Matteo Bracciali, esponente del Partito Democratico, vicino a Matteo Renzi, nella città che al momento era 'la più renziana d'Italia'. Al ballottaggio arriva il sorpasso. Ghinelli ribalta e allunga fino ad ottenere il 50,83% dei voti con i quali viene eletto sindaco. Il 5 ottobre 2020, dopo aver chiuso in vantaggio il primo turno, supera al ballottaggio Luciano Ralli, candidato sindaco di centrosinistra, con il 54,5% dei voti e viene confermato sindaco per un nuovo mandato, fino al 2025.


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